La Biblioteca – Un po’ di storia

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Trovo scritto nel fascicolo intitolato “Miscellanea di promemorie riguardanti Codogno” redatto da Alberto Bassi verso la metà dell’800:

“Perché resti memoria alla posterità sull’attuale situazione di questo Borgo, aggiungo che (…) dividesi in 27 spaziose tutte selciate contrade, oltre i molteplici vici di ben muniti e civili fabbricati tanto pubblici che privati. Nel cui centro contiene (…) un Collegio Convitto Ginnasiale, le scuole elementari pubbliche ed infantili d’ambo i sessi, un Orfanotrofio maschile ed un altro femminile (…)”.

Scuole, quindi, soprattutto per i giovani. Ed il principio della scuola elementare era, allora, quello d’insegnare a leggere e scrivere e fare di conto. La lettura in primo luogo (ho conosciuto personalmente anziani frequentatori della Biblioteca in grado di leggere un libro al mese, ma che all’atto del ritiro del volume firmavano con una croce!).

Il popolo certo, non aveva la possibilità di acquistare libri (i soldi erano appena sufficienti per il vitto e il vestito), e allora che cosa leggere dopo il sillabario?

A questo punto intervengono le 2 autorità, quella civile e quella religiosa. La prima sull’onda della divulgazione scientifica, la seconda a difesa della morale e della educazione religiosa (soprattutto dopo gli sconquassi della riforma giuseppina e delle soppressioni napoleoniche).

Si costituirono, così, 2 biblioteche; quella detta “circolante” del clero, e quella “popolare” dell’Amministrazione civica. Il dualismo si protrarrà per anni e si allargherà anche al campo musicale (2 bande) e teatrale (2 compagnie filodrammatiche).

Lasciamo la Biblioteca “circolante” e seguiamo quella “popolare”. L’Amministrazione Civica si dà da fare; istituisce ed insedia una Commissione per l’acquisto di nuove opere e la loro gestione.
Professori e studiosi donano romanzi in italiano, francese, inglese; iniziano le raccolte di manuali di divulgazione scientifica; si fa l’abbonamento a 2 prestigiose riviste: La Revue des Deux Mondes, e la Nuova Antologia, alle quali presto si unisce l’Annuario Scientifico e Commerciale, vere miniere di informazioni e formazione.

Verso il 1880 una svolta: l’avvocato Luigi Ricca (ultimo rampollo di una famiglia ricca di nome e di fatto, i cui componenti si erano distinti per intelligenza, filantropia – come era di moda allora – e genialità) alla sua morte lega per testamento tutti i suoi averi al Municipio.

Si tratta di fabbricati, suppellettili e ben 5000 volumi tra i quali spicca una raccolta di musiche sia manoscritte che a stampa, per chitarra e per strumenti vari, di autori celebri ed anche di Giuseppe Ricca, ottimo chitarrista e compositore dilettante.

Dopo tentennamenti e valutazioni pro e contro, il lascito viene accettato e nel 1893 le nuove opere si fondono con i volumi della “popolare” e la nuova Biblioteca (che verrà ufficializzata e resa operante nel 1898) si chiamerà, come tuttora si chiama, Civica “Popolare – Luigi Ricca”

(Testo di Tranquillo Salvatori)


Storia della biblioteca

Library’s story

Cenni storici sul vecchio Ospedale Soave

Cenni storici sulla tipografia Cairo di Codogno

Pagina aggiornata il 23/05/2023

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